MARIO MORETTI ZOOM MASTER
5/5
La Chiesa di San Martino a Cenate Sotto ha origini medievali, con una prima attestazione risalente al XIII secolo. Una prima ricostruzione avvenne intorno alla metà del Cinquecento. Agli inizi del Settecento la chiesa rinascimentale venne abbattuta e ricostruita nelle forme attuali. Negli anni Venti del Novecento la chiesa venne ampliata spostando la facciata in avanti di dieci metri.
La facciata di stile barocco è un poco nascosta dagli edifici circostanti e dal fatto che davanti non si trova una vera piazza, piuttosto una via di transito ed il Monumento ai Caduti. L’assenza della piazza è dovuta all’ampliamento novecentesco della chiesa, che è andato a inglobarla. Anche il sagrato è piuttosto ristretto.
L’edificio della chiesa è completato dal campanile e dalla piccola chiesa dell’Addolorata, sorta come chiesa cimiteriale ai primi del Settecento.
Il 10 novembre scorso, abbiamo compiuto una visita, ottimamente guidata dallo storico dell’arte Marco Bombardieri, membro attivo di InChiostro itinerari e incontri d’arte, che ha esposto con cura e grande conoscenza dei numerosi dettagli, le opere di grande valore artistico custodite all’interno della chiesa. Tra queste, in primis, la tela dipinta intorno al 1572 da Giovan Battista Moroni. Una volta pala d’altare ed ora sulla parete destra appena dopo l’ingresso, il capolavoro del cosiddetto “periodo grigio” raffigura in alto la Madonna con il Bambino, in basso san Martino ed il povero con a sinistra don Leone Cucchi.
Sulla parete di fondo, proprio sopra il portone di ingresso, si ammira la Traslazione della Santa Casa, tela eseguita da Enea Salmeggia, firmata e datata 1622. Originariamente eseguita per il santuario di Loreto a Cenate Sotto, venne trasferita nella chiesa parrocchiale nel XIX secolo per ragioni di sicurezza. Con i suoi 450x450 cm, è l’opera più grande di Salmeggia e costituisce un bellissimo esempio di pittura della Controriforma.
Nella cappella della parete destra si trova la Madonna del Rosario fra i santi Domenico e Carlo Borromeo, tela del pittore nordeuropeo Nicolas Renier, eseguita intorno al 1650 ed una delle rare opere del pittore in Lombardia.
Il soffitto della navata, la cupola e l’abside sono arricchiti da affreschi di soggetto sacro eseguiti intorno al 1910 dai migliori pittori bergamaschi del tempo, tra cui Pietro Servalli e Giovanni Battista Galizzi.
L’abside ospita l’Altar Maggiore, realizzato dallo scultore Andrea Fantoni e dalla sua bottega intorno al 1715/1720 e dietro questo un bel coro ligneo intarsiato del XVIII secolo.
La cantoria della parete sinistra ospita l’organo proveniente dalla famosa Fabbrica Serassi.
La Sagrestia, allestita a pinacoteca, custodisce altre opere, tra le quali l’Immacolata Concezione e Santi, Angelo con tromba e flagello, un piccolo San Rocco e un San Benedetto, tutte eseguite da Antonio Cifrondi negli anni a cavallo tra Seicento e Settecento, nonché un Sant’Antonio da Padova con il Bambino e angioletti di Carlo Ceresa, del 1675 circa, San Francesco in estasi di Giuseppe Nuvolone, tra i migliori pittori milanesi del Seicento, e una Madonna col Bambino e San Giovannino della bottega di Giovan Paolo Cavagna, del 1600 circa.
Una specifica menziona merita lo Stendardo di Cenate Sotto di Troilo Lupi, firmato e datato 1578, poiché sistemato nell’anta del mobile da sacrestia – capolavoro d’intaglio e intarsio del XVIII secolo - così da rendere visibile anche il lato posteriore della tela, anch’esso dipinto.
La Chiesa dell’Addolorata conserva al suo interno la Vergine addolorata, intagliata nel legno verso il 1750 dalla bottega di Grazioso Fantoni il Giovane, nipote di Andrea Fantoni, nonché la Madonna del Rosario della bottega dei Sanz, un bell’esempio di scultura vestita eseguita a cavallo tra XVIII e XIX secolo.